La Cittadella della Salute apre nel 2021 Nuove sale operatorie pronte in aprile
Ieri Zaia in sopralluogo nel cantiere dell’ampliamento del Ca’ Foncello: «Sarà il primo ospedale del futuro del Veneto»
Il nuovo ospedale vedrà entrare i primi degenti entro un anno. Il maxiblocco high care, con le sale operatorie, la punta di diamante della cittadella sanitaria del futuro Ca’ Foncello, verrà ultimato ad aprile 2021. E successivamente potrà accogliere i primi pazienti, in quello che il governatore Luca Zaia – ieri in visita al cantiere con il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi, il sindaco Mario Conte, Diego Carron dell’omonima impresa e i partner tecnici e finanziari dell’operazione – ha definito il primo “ospedale del futuro” del Veneto, modello del nuovo sistema regionale, con poli e centri meno analogici e più digitali . “Policlinicizzato”, per la forte impronta universitaria. «Meno posti letto, compensati dall’alta tecnologia «per degenze più brevi, in un’ottica di deospedalizzazione, di massime professionalità, di chirurgia robotica, di organizzazione moderna in una valenza universitaria, con almeno 8 reparti clinicizzati», ha detto Zaia, ricordando la scelta forte di avviare Medicina a Treviso. Il più grande cantiere della storia recente della Marca (250 milioni) è arrivato al tetto del fatidico padiglione 29, cuore del futuro ospedale. E come da tradizione la Carron, le altre imprese coinvolte e i promotori finanziari (Ospedal Grando e Landlease) hanno celebrato il rito della frasca, la tradizionale “gansega” per l’ultimazione del grezzo. Il cantiere del fiore all’occhiello della cittadella, l’edificio simbolo, è al 65% : Regione, Usl 2 e impresa vedono la fine – ma l’intero complesso sarà ultimato nel 2025 – recuperando un anno e mezzo sui ritardi dell’iter. E su questo piano il dg Benazzi ha accusato la giunta Manildo («variante urbanistica e revisione dei park hanno allungato i tempi ») prima di ringraziare il governatore («merito suo, mi ha spronato quando ero pessimista e sconfortato»), Regione Veneto («decisivo inserire il cantiere tra quelli monitorati nella ripartenza, in pieno lockdown ») , lo staff del “pugnace” ingegner Panizzo, vertici dell’Usl 2,e infine la Carron per l’accelerazione impressa ai lavori, suggerendo un monumento a Diego, a fine lavori. Il sindaco Conte è pronto ad offrire una piazza. «Treviso cresce e si innova grazie agli investimenti della Regione, primo appunto l’ospedale », ha detto Conte, ringraziando poi Benazzi anche per la gestione dell’emergenza Covid. E a proposito di virus, il governatore ha ricordato che l’imminente nuovo piano della sanità pubblica farà si che «anche nel caso di una recidiva del virus, la sanità del Veneto sarà preparatissima, più performante ancora rispetto al primo apparire del Covid». E ha anticipato che gli 825 posti letto di terapia intensiva in tutto il Veneto, nei 68 ospedali, potranno arrivare a mille. Dal governatore, plauso alle maestranze, ennesimo attacco alla burocrazia («ufficio complicazioni affari semplici »), che fa perdere «non meno di dieci anni». Ma soprattutto un’accorata difesa degli standard del sistema sanitario veneto. «Altrove per un’ernia servono 4 giorni in ospedale, qui siamo a 4 ore e dimissioni rapide», ha detto, «Possiamo sfidare Usa, Inghilterra, Francia e Germania: non siamo perfetti ma chi arriva qui anche da quei Paesi direbbe “però, qui funzionano le cose”. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo ». Nessun cenno, comunque, ai costi del project financing della cittadella sanitaria, per quanto molto minori di quelli dell’Angelo (Mestre) e del Santorso vicentino.
ANDREA PASSERINI - La Tribuna di Treviso - 28/07/2020